54 volte dal 54

Nascere nel 54 è stata una vera fortuna. Posso dire di aver attraversato tutti i “fantastici” decenni di cui si parla ancora oggi con struggente nostalgia. Vediamo di circoscrivere la materia: Di fantastico generazionale si è smesso di parlare dopo gli anni 80. Significa che ho fantasticamente lambito quattro epoche, poi fine.

Ci sarebbe da aprire una lunga parentesi su di noi...Forse concepiti sul tavolo di un cucinino di formica davanti a un televisore acceso con Mike Bongiorno...Almeno quelli nati da settembre in poi, ma forse pure qualche settimino... La mia classe elementare aveva due grossi manifesti che raffiguravano tutte le varie bombe a mano o mine, sia dell' Asse che dei liberatori, che avremmo potuto trovare giocando nei parti o in qualche mucchio di macerie di case bombardate.

A indicarci la santabarbara era sempre un nostro coetaneo in pantaloncini corti che si reggeva su una stampella perchè al posto di una gambina aveva il triste moncherino. “Un ordigno come questo ha causato le mie mutilazioni...Non toccatelo chiamate i carabinieri!!!” Altri ancora più splatter facevano vedere proprio l' esplosione con in bimbo che zompava in aria e poi mutilato che piangeva.

Gli anni settanta furono una vera chiavica. Non cercate spunti romantici in quel freddo decennio di domeniche a piedi, maglioncini attillati color verde pisello, pantaloni a zampa d' elefante e compagni di scuola, teste di cazzo all' ennesima potenza, che ti spiegavano cosa fosse la rivoluzione. I miei ci mandarono a scuola dei Salesiani per evitarci la contaminazione con il 68. Fecero bene, fu una vera scuola di vita, come può esserlo la Legione Straniera.

Passarono quasi altri venti anni. Io nel frattempo ero diventato direttore di qualcosa. Ero entrato quasi per sbaglio producendo una finta raccomandazione di uno zio arcivescovo mai avuto.. Non avevo amici allora e non ebbi amici quando vent' anni dopo mi fu cortesemente fatto capire che il mio tempo era finito.

Ecco sono arrivato ai 54 anni di un ragazzo del 54. Nessuna guerra, nessuna epopea da raccontare, nessuna identità generazionale. Nel 68 avevo solo 13 anni e sognavo il motorino Minarelli 50 da cross. Nel 77 pensavo solo a entrare dalle finestre del piano terra della Casa della Studentessa a Corso Garibaldi a Perugia, prima che le studentesse fuori sede cominciassero a sgozzarle.

Il capodanno del passaggio di millennio l' ho passato a disegnare il portale Internet di una grande azienda che voleva aprirsi ai new media. L' 11 settembre dell' anno seguente alle 14 ora italiana guardavo la tv assieme ai miei giornalisti e dissi “Bè diamoci da fare!”. A Natale 2004 mi accorsi che avevo perso venti anni di vita in un mondo parallelo e sono uscito. Nel 2007 entrai per sei mesi in un mondo parallelo generato dal computer di casa mia, mi sdoppiai e feci scrivere un libro al mio avatar. Quando rientrai avevo con me la formula del perfetto Margarita e la sua anima “salatina”. Da allora il tempo che passa ha perso per me importanza.

Ah, volevo aggiungere una cosa, ora scrivo canzoni che un amico mette in musica e canta con la sorella. Nulla di serio, ad esempio nell' ultima che si chiama “Canzone lurida” un tipo fa il romantico e canta ...”e mi sento su un treno che corre nel sole, ma son senza biglietto ed ho solo… parole” Gli risponde una donna che invece ha altri problemi...”Ho le caviglie un po’ gonfie sono tutta sudata, devo farmi la doccia. Me la son depilata...” Qualcuno a posteriori dirà che rivela l' incomunicabilità della coppia nell' epoca delle protesi elettroniche...Cazzate, avevamo fatto visita a Suor Margarita, tutto qui.